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Skia – Summer School di Estetica e psicoanalisi. La scrittura del fantasma
15/09/2019|L'EVENTO

Skia – Summer School di Estetica e psicoanalisi. La scrittura del fantasma

parole di Redazione
illustrazione di Michel Chabaneau

Il prossimo 18 settembre avrà inizio a Firenze la Summer School Skiaideata da Mario Ajazzi Mancini, Matteo Bonazzi e Silvia Vizzardelli con la collaborazione dell’Università della Calabria (coordinamento), dell’Università di Verona, dell’Università Milano Bicocca, delle Associazioni OT (Orbis tertius), Aisthesis, Kantoratelier.

Il tema scelto per questo anno-zero è La scrittura del fantasma.Il fantasma è una strana creatura, difficile da afferrarsi concettualmente, ma di cui noi tutti abbiamo il sentore. Guida e sostiene le nostre vite senza che se ne abbia coscienza, gioca la sua partita tra visibile e invisibile, prossimità e lontananza, pieno e vuoto, vita e morte. Tra questi termini, che nella logica occidentale trattiamo come opposti, vige una relazione che mette in crisi i parametri della tradizione metafisica. Ci possono essere punti di cecità non a lato della visione, ma all’interno della sua luce. Possiamo imbatterci in esperienze di intimità e vicinanza che però presuppongono al loro interno una distanza, una spaziatura. Così come, ed è l’esempio principe, sotto il palpito della vita può albergare la vertigine della morte. Lo aveva intuito con rara veggenza Freud nel 1920 in Al di là del principio di piacere,ed oggi, a distanza di 100 anni, non smettiamo di interrogare questa sovversione del principio di non contraddizione.

Il testo che ispira i lavori della Summer School è Memorie di ciecodi Jacques Derrida.

Ogni immagine è photo-grafia (scrittura di luce) e skia-grafia (scrittura dell’ombra). Nel 1990 il Museo del Louvre affidava a Jacques Derrida il compito di allestire una mostra, immaginando un percorso tra le opere del museo, in cui fosse evidente il suo parti pris: la sua scelta, la sua presa di posizione, il suo punto di vista.Non dunque un viaggio documentario tra le opere del Louvre, ma la risposta a una convocazione. Derrida risponde in prima persona. Memorie di cieco è la sua risposta.

Lo sguardo è una sorta di diplopia, un vedere doppio. Ci porta a contatto dell’oggetto rappresentato, ma lo fa a partire da un punto cieco, da una zona d’ombra: quel luogo invisibile da cui sgorgano le lacrime. È per così dire un vuoto adagiato sul fondo dell’occhio, ma un vuoto-fonte, un vuoto generativo, un vuoto plastico. Intorno a quel vuoto si disegnano fantasmi, spettri, forme ectoplasmatiche che accompagnano, come ombre gli sguardi di luce.

 

“Contrariamente a ciò che si crede di sapere, il miglior punto di vista è un punto fonte e un punto liquido, esso ritorna alle lacrime. L’accecamento che apre l’occhio non è quello che oscura la vista. L’accecamento rivelatore, l’accecamento apocalittico, quello che rivela la verità degli occhi, sarebbe dunque lo sguardo velato di lacrime. Esso né vede, né non vede, è indifferente alla vista offuscata. Implora: innanzitutto per sapere da dove discendano le lacrime e da chi esse salgano agli occhi. Da dove e da chi questo lutto o queste lacrime di gioia? E quest’acqua dell’occhio?” (J. Derrida, Memorie di cieco).

Questa fu la risposta di Derrida alla domanda di Françoise Viatte e Régis Michel, ideatori del ciclo Parti pris, domanda che rivolsero anche a Jean Starobinski, Peter Greenaway, Hubert Damisch, Julia Kristeva. A questa domanda Skia prova a rispondere oggi, disegnando percorsi nel mondo delle immagini, siano esse visive, sonore, tattili. La storia del pensiero e la storia dell’arte dunque, ma con l’occhio pieno di lacrime, aperto cioè sull’ombra che ciascuno di noi porta con sé.

Lo scopo è quello di dar vita a una piccola comunità di studiosi, ricercatori, artisti, studenti, riuniti per cinque giorni in un luogo-cripta, appartato e pieno di risonanze, per riflettere insieme su cosa significhi “scrivere un fantasma”.

Parteciperanno alla scuola studenti e ricercatori provenienti da molte parti d’Italia, che seguono dunque percorsi formativi diversi e che qui troveranno, ci auguriamo, un luogo di confronto libero e appassionato.

Per questa prima edizione, tra i docenti: Silvia Vizzardelli, Mario Ajazzi Mancini, Matteo Bonazzi, Domenico Cosenza, Stefano Marchesoni, Viviana Faschi, Alessandra Campo, Rocco Ronchi, Federico Leoni, Carlo Serra, Marcello Ghilardi, Pietro Enrico Bossola, Alberto Zino, Micaela Ponti Guttieres, Luciano De Fiore, Piersandra Di Matteo, Riccardo Panattoni, Alessandra Porfidia, Francesco Cappa e Vincenzo Culotta. Ospiti della scuola saranno anche Mariangela Gualtieri che presenterà Bello mondo. Rito sonoro e Chiara Guidi con La verità retrograda della voce.

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