illustrazione di Matteo Sarlo
parole di Serena Rosticci
Salvatore Patriarca in Il mistero di Maria ha scritto che Amici, Uomini e donne, C’è posta per te rappresentano formazione, competizione e riconciliazione. E allora ha ragione Francesco Pacifico che gli ingredienti per il grande romanzo popolare ci sono tutti. Ma la potremmo dire anche con i classici: telemachia, odissea e nostos.
Capello biondo, tacco alto, gonna mai sopra al ginocchio, una sobrietà da professoressa ideale. Maria De Filippi è la regina indiscussa della televisione italiana. Tutti conoscono i suoi programmi, anche il più tenace snobbatore del pop italiano: Amici, Uomini e Donne e C’è Posta Per Te stanno scrivendo un capitolo di storia della tv. Il loro successo è innegabile. Ma se non si trattasse soltanto di intrattenimento? E se Maria De Filippi non stesse altro che continuando Lev Tolstoj privando però Anna Karenina del turbamento e devastazione dei sentimenti, convertendoli nella loro forma anestetica e momentanea?
Un racconto televisivo che ha una origine e si basa su tre fattori vincenti.
Le origini
Non possiamo certo dar merito del successo di Maria De Filippi al suo fascino. Per carità, è una bella donna, ma di cognome non fa Rodriguez. E di certo non possiamo nemmeno credere che la causa della sua fortuna sia dovuta alla famiglia di origine che era una come tante: papà rappresentante di medicinali, mamma insegnante di greco. Punto di svolta in una scalata al successo non cercata (ha una laurea in Legge) è stata senza dubbio la sua relazione con Maurizio Costanzo. È lui che dopo varie insistenze convince Queen Mary a trasferirsi a Roma per lavorare insieme. Inizialmente si frequentano in gran segreto, ma poi il nostro Costanzo, dopo diversi mazzi di rose rosse portati a casa da un facchino d’eccezione, Max Pezzali, la porta all’altare. Il vero trampolino di lancio arriva nel 1992, quando Maria viene chiamata a condurre Amici. Inizialmente per farlo viene scelta Lella Costa, che però si ritira a causa della gravidanza. La redazione cade nel panico, serve un sostituto credibile. “E chi meglio di Maria?” deve aver pensato Costanzo, anche se, prima di allora, la De Filippi il piccolo schermo lo aveva visto solo nel salotto di casa sua. Grazie alla scommessa di Maurizio Costanzo, oggi Maria De Filippi è la donna più potente della televisione italiana. Un successo il suo che ruota intorno a tre fattori principali.
1. La (finta) conduzione
C’è Posta Per Te è l’unico programma realmente condotto da Maria De Filippi. In tutti gli altri fa delle apparizioni sporadiche, quasi è facile dimenticarla. In Uomini e Donne siede sui gradini dello studio in abiti casual, gelato in mano, e la rivedi solo alla fine del programma, dopo aver ascoltato tronisti e corteggiatori perdersi nei loro flussi di coscienza. In Tu Si Que Vales siede sulla sua poltroncina bianca elargendo giudizi che sono comunque piacevoli da ascoltare, tanto che chi si esibisce nemmeno si accorge di quando un suo commento è negativo. In Amici, programma che ogni anno rimpingua il panorama musicale italiano di nuovi nomi e proposte che spesso vincono il Festival di Sanremo, lascia la parola ai coach (sono quasi loro i veri conduttori) e agli insegnanti. Lei fai quasi da notaio facendo il punto della situazione, richiamando classifiche e di tanto in tanto qualcuno a esibirsi o a dire la sua.
2. La spontaneità
Raramente guarda dritta nella telecamera, ma riesce lo stesso a entrare nelle nostre case. Tutto inizia in maniera veloce andando subito al punto (“Buonasera e benvenuti a C’è Posta Per Te. Questa è la storia di Enzo…”) per finire in maniera altrettanto breve, quasi sbrigativa. Nel mezzo una puntata infinita (il sabato sera di Mediaset con Maria De Filippi e i suoi postini dura ben tre ore e mezza). Qualsiasi cosa esca dalle sue labbra sembra sempre la più normale del mondo. E molto spesso lo è: ti porta a pensare “Che brava Maria, hai ragione tu, come ho fatto a non pensarci prima” solo per aver affermato che Babbo Natale veste di rosso. Merito del suo modo di raccontare i fatti, quello alla C’è Posta Per Te, insomma. Una narrazione asciutta delle storie, ridotta all’essenziale, minimal, che ti lascia con la voglia di saperne di più, di capire chi è la vittima e chi il carnefice. Perché Maria a C’è Posta Per Te, unico programma che conduce davvero, non dà mai una sentenza, non fa mai capire da che parte sta. Scegli tu, io racconto i fatti. Mentre passeggio su è giù per lo studio, sia chiaro. Fatti italianissimi, storie di litigi insanabili, di madri, padri e figli, mogli e mariti, fidanzate tradite, sorprese e chi più ne ha più ne metta. Un polpettone trito e ritrito che funziona per la formula con la quale viene servito. Maria non è mai giudice, ma psicologo. Analizza i fatti in maniera breve ed empatica (“Ci sei rimasta male? Hai provato a dirlo alla mamma?”), sollevando quesiti che un po’ sono gli stessi che abbiamo tutti. E a immedesimarsi con chi manda la posta o con chi la riceve è un attimo. Le parole arrivano al momento giusto, da una donna con la voce un po’ roca, seria (anche quando ride), con gli occhiali e in abito elegante e sobrio. Se lo dice lei, deve essere vero per forza.
3. La credibilità
Perché è proprio questo il punto: Maria è credibile perché tutto di lei comunica fiducia. Il suo look è curato nello stesso modo in cui lo sono quelli dei giornalisti televisivi: mai una scollatura di troppo, un occhiale troppo vivace, una scarpa eccessiva. Mai un taglio di capelli diverso o un rossetto più scuro. Basterebbe un eccesso qualunque a farle perdere la fiducia di nonna, ma anche la mia. Le storie che racconta, i personaggi eccentrici e fuori dal comune che presenta – vedi quelli portati alla ribalta da Uomini e Donne, o quelli della nuova Corrida che è Tu Sì Que Vales – hanno bisogno di essere assolutamente credibili, pena la buona riuscita dei programmi. E lei, animatore di successo del teatro della conduzione televisiva, funziona proprio perché possiede tutte le qualità della credibilità comunicativa tra più soggetti che interagiscono fra loro: la dignità (mai una tetta di fuori o una gonna sopra al ginocchio), la serietà (voce roca, conduzione minimalista) e l’onestà (la sua redazione è chiamata a vigilare affinché i regolamenti siano sempre rispettati. Quando qualcuno ha barato è stato dato in pasto al pubblico). Gli abiti cambiano solo a seconda del target dei suoi programmi, ma lei resta sempre composta. In Uomini e Donne e Amici dice addio alla gonna al ginocchio per indossare spesso jeans e t-shirt, ma solo perché chi la segue ha un’età media decisamente più bassa di chi vede C’è Posta Per Te. Per questo pubblico Maria non deve essere tanto uno psicologo (se i ragazzini sentono puzza di analisi scappano), quanto una sorella maggiore, complice ma allo stesso modo capace di elargire consigli dall’alto della sua esperienza. E così sia.
Sobrietà, imparzialità, trasparenza. Maria de Filippi, consapevolmente o no, raggiunge allora la massima aspirazione di Gustave Flaubert, essere come Dio nella propria opera, presente e invisibile dappertutto. Sennonché Maria de Filippi non è nemmeno il grande scrittore , come la vuole Francesco Pacifico, ma la penna del grande romanzo. A scrivere sono i personaggi, e le loro storie.
Serana Rosticci è giornalista, blogger e mamma. A 5 anni impara a scrivere, a 7 le maestre la incoraggiano, a 12 i prof le dicono che forse sta esagerando. Ma non capisce mai quando è il momento di dire basta e continua a esagerare ancora oggi che di anni ne ha 30. Specializzata in frivolezze e sentimentalismi, ama posare i suoi pensieri su tutto.