X
    Categories: L'EVENTO

“50 sfumature di”: fenomenologia di un successo (in pratica perché piace tanto anche a chi lo snobba)

illustrazione di Matteo Sarlo
parole di Serena Rosticci

 

In principio erano i fotoromanzi di Grand Hotel. Poi vennero gli Harmony, banali, scritti male, ma che sono riusciti a centrare dritti e precisi l’obiettivo: lo sdoganamento della pornografia per donne. Dopo di loro arrivarono i X me, che non erano altro che la trasposizione manga dei celebri romanzetti rosa. Pure questi scontatissimi, niente di meglio per delle quindicenni alla ricerca del lieto fine sicuro. Peccato che spesso le loro illustrazioni facessero più pensare di avere in mano dei fumetti porno, tanto che mia madre, dopo averne trovato uno nel mio armadio, mi vietò di uscire per una settimana. A niente servì spiegarle che questi X me altri non erano che la rappresentazione grafica dei tanto da lei amati Harmony. Mi tenne il muso per non si sa quanti giorni. All’epoca avevo 14 anni.
Ne passarono più o meno altri 14 prima dell’arrivo di E. L. James nell’olimpo delle influencer, quando trovai sul comodino di mia madre una copia di 50 Sfumature di grigio. Qualsiasi introduzione alla saga che in pochissimo tempo ha venduto ben 125 milioni di copie sarebbe inutile, lo sappiamo tutti di cosa stiamo parlando. La storia di amore e di passione tra una giovane neolaureata e un bellissimo riccone che di sesso sa il fatto suo (lui non fa l’amore, lui “scopa forte”). Tant’è che la nostra protagonista si fa fare di tutto dal bel miliardario, compresa una serie di pratiche che sfido il genere maschile abbonato a YouPorn a conoscere. E mia madre lo leggeva, è proprio questo il punto.
Come lei, infatti, hanno messo una copia del romanzo di E.L. James sul loro comodino altre milioni di mamme in tutto il mondo. Ecco perché all’inizio è stato etichettato come “Mummy Porn”, almeno prima di scoprire che pure le figlie ci andavano matte. Sul web è possibile trovare tutorial del tipo “come realizzare la perfetta festa di 18 anni in tema 50 sfumature”. E sui social impazza la 50 sfumature mania: pagine amministrate da fan della serie, trailer e spezzoni di film ridoppiati per intero e caricati su YouTube. Due libri della saga sono già diventati film con conseguente pienone nei cinema e comitive di ragazzine in fila per accaparrarsi gli ultimi biglietti. E la signora James fa proseliti, basta cercare su Google Sylvia Day per farsi un’idea.
Ho dovuto leggere tutti e tre i volumi per provare a capire cos’è che alle donne facesse tanto impazzire della storia di Christian e Anastasia, cercando una risposta a tutta una serie di domande. Perché, parliamoci chiaro, non credo che il gentil sesso sia innamorato esclusivamente dei modi di fare di Christian Grey, basti vedere come utilizza la punteggiatura nelle sue mail per sentire quel brivido che solitamente precede un conato di vomito.

Sarà la storia?

, la trama è quella che è. C’era una volta Anastasia Steel, anni 21, neolaureata, vergine e impacciata. Un po’ troppo per i miei gusti, ma è evidente che la goffaggine agli uomini piaccia (altrimenti non si spiegherebbe come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati). Un giorno, per aiutare la sua coinquilina, si propone di intervistare al posto suo il giovane miliardario Christian Grey. Un incontro pieno di giochi di sguardi e sospiri che nemmeno un bulldog con l’asma. Da quel momento scatta la passione. Il bel Christian fa firmare all’innocente Ana un contratto in cui lei diventerà la sua sottomessa. A questo punto la narrazione si concede una pausa in favore delle fascette stringicavo, e via con la ferramenta dell’amore. Inizialmente la protagonista ci sta, almeno fino a quando il nostro miliardario con le botte non ci va un po’ troppo pesante. Allora Anastasia scopre che in realtà il bel Christian è ossessionato dal controllo, violento e con un passato oscuro alle spalle. Lo lascia. Ma lui la stalkera (nel vero senso della parola) e tornano insieme in un turbinio di emozioni, vicende malate e tantissimo sesso in tutte le sue sfumature cromatiche (grigie, nere e rosse).
Eppure no, non può essere la storia da sola a far impazzire il pubblico femminile di tutte le età. Anche perché l’idea iniziale di E. L. James è quella di trasportare i due protagonisti di Twilight, Bella e Edward, a Seattle. Così sono nati Christian e Anastasia.

Sarà il modello maschile?    

Freddo, impenetrabile, affascinante, bello e ricco. Può essere. Peccato poi si riveli un violento maniaco del controllo. Eppure orde di donne ci muoiono dietro, bava alla bocca. Cosa succede nella mente femminile? Alle donne piacciono gli uomini violenti? Sono portatrici sane della sindrome di Stoccolma? No, basta dedicare più attenzione al personaggio bello e tenebroso di Christian Grey per rendersi immediatamente conto quanto poco abbia a che fare con quello, per esempio, del sadico Holger Palmgren, il tutore di Lisbeth Salander in Uomini che odiano le donne. Il nostro bel capitalista in realtà è tutt’altro che violento, e l’ossessione del controllo maschera solo tutta la sua insicurezza e il bisogno di essere lui, per primo, controllato. Solo queste ultime due righe spiegano come tutto ciò basti a risvegliare la Florence Nightingale assopita in ogni donna.

Sarà il nuovo genere?

Con le 50 sfumature viene servito alle donne il pornoharmony, un vero e proprio porno a dosi omeopatiche. Perché la pornografia cruda e semplice al genere femminile poco piace, nella maggior parte dei casi risulta invece disgustosa, spregevole e malata. Ma nelle 50 sfumature è ben condita e quasi mascherata, tanto che la trilogia si presenta come una “storia d’amore”. E allora tutto si tollera. Astuto, una sorta di parapornografia letteraria.

Sarà il sesso?

Anche. O meglio, quello virtuale, fluido che la società ci continua a regalare da qualche tempo a questa parte. Perché di sesso vero, si sa, se ne fa sempre meno. Lo dicono le ricerche, lo conferma il maschio – tipo che ci gira attorno. Ipereccitato, sempre di fretta e vittima dell’ansia, se scorge un lembo di carne lavora di mouse o di telecomando. E alle donne non resta che rifugiarsi tra le pagine di un libro, seppur scritto male. Peccato. Non resta che sperare che gli uomini tornino a fare la loro parte e che le donne la smettano di idealizzarli in modelli tanto irraggiungibili, quanto vuoti.


Serana Rosticci è giornalista, blogger e mamma. A 5 anni impara a scrivere, a 7 le maestre la incoraggiano, a 12 i prof le dicono che forse sta esagerando. Ma non capisce mai quando è il momento di dire basta e continua a esagerare ancora oggi che di anni ne ha 30. Specializzata in frivolezze e sentimentalismi, ama posare i suoi pensieri su tutto.

Matteo:
Related Post